Reggio Liberty è il tema della manifestazione con la quale si intende segnalare ai reggini e ai turisti la presenza nel centro storico di edifici pubblici e privati che
presentano elementi decorativi e architettonici, arredi e opere d'arte ispirati a questo stile che, tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento ha abbellito le città europee e italiane.
Una mostra fotografica nel Palazzo municipale e un itinerario di visite guidate con bus ATAM sono i principali eventi che dal 5 all'11 maggio offrono un primo
contributo alla valorizzazione del patrimonio architettonico del centro storico della città.

La Reggio liberty nasce all'indomani del disastroso terremoto del 1908, con una legge che avviava la ricostruzione, secondo Norme tecniche che prescrivevano tra l'altro edifici di altezza non superiore a 10 mt e due piani. II Piano Regolatore Generale fu affidato all'ing. Pietro De Nava, assessore ai Lavori pubblici, e fu deciso allora l'arretramento di 50 mt della linea delle costruzioni sul lungomare, scelta che ha consentito oggi alla città di fruire di uno spazio aperto e gradevole. Difficoltà di procedure di esproprio, il sopravvenire della guerra, lungaggini burocratiche, rendevano lenta la ricostruzione che riprese nel "ventennio" secondo i dettami del regolamento edilizio emanato nel 1911, per cui la città doveva sorgere "conforme alle esigenze dell'arte architettonica, ispirandosi all'esempio delle città più moderne e più progredite-". I prospetti su strade e piazze principali dovevano avere una "conveniente decorazione", mentre cortili, giardini e vie private comunicanti con vie e piazze pubbliche dovevano essere chiuse con cancelli il cui disegno era soggetto anch'esso ad approvazione.
Tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento nasce in Europa il floreale o liberty che "decora" l'architettura pubblica e privata con elementi tratti dalla natura, fiori, intrecci di foglie, motivi fitomorfi che caratterizzeranno le città, sino alla comparsa del movimento moderno che rifiuta ogni decorazione.
La ricostruzione della città di Reggio, così come Messina è improntata alla riproposizione di stili vicini al gusto dei committenti sia privati che pubblici, desiderosi di restituire dignità e bellezza attraverso l'uso di elementi decorativi.

È qui che si manifesta la presenza forte del liberty con gli interventi del siciliano Ernesto Basile e di Camillo Autore, che studia a Palermo e si trasferisce a Reggio per collaborare in maniera intensa e continua alla ricostruzione della città. A Basile si deve la costruzione del Palazzo municipale e la sistemazione della piazza Vittorio Emanuele, oggi Piazza Italia, a Camillo Autore si devono alcuni raffinatissimi disegni del lungo
non realizzati, la fontana luminosa, la bellissima decorazione del palazzo provinciale, la misurata eleganza dell'Istituto tecnico "Piria".

Una numerosissima serie di palazzi del Corso e delle vie adiacenti, opera di architetti reggini, presenta svariate interpretazioni dello stile liberty che fini decoratori realizzato avendo ben presente la varietà e la delicatezza del disegno naturalistico. Reggio ha partecipato a questa tendenza, anche se in ritardo per il protrarsi della ricostruzione e, sino agli anni '60, la città ha conservato un aspetto elegante e dignitoso, così come era nei sogni e nei progetti dei suoi amministratori e dei suoi abitanti.

Molto resta ancora di quella città anche se la crescita degli anni successivi si è svolta in modo caotico nel centro e nelle espansioni delle periferie. Reggio ha quindi un "centro storico" che può essere restituito ad una dimensione più dignitosa iniziando a restaurare valorizzare con itinerari tematici il patrimonio di architettura e decorazione in stile liberty.

M. C.

 

 

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Il progetto Reggio Liberty  
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